Proiezione pubblica (da 14 anni)
Rana Kazkaz, Anas Khalaf - Belgio 2020 - 105 min - v.o. inglese, arabo, s.t. italiano
In collaborazione con il Film Festival Diritti Umani Lugano
Nel 2000 Sami è l’interprete ufficiale della squadra olimpica siriana a Sydney. Durante una traduzione un lapsus lo obbliga a rimanere in Australia quale rifugiato politico. Nel 2011 in Siria scoppia la rivoluzione; Sami scopre dalla TV che il fratello è stato arrestato. Nonostante i pericoli, decide di tornare in Siria per farlo scarcerare. Una volta lì, Sami intraprende la lotta contro il regime per la libertà e la dignità del suo popolo.
Il film, seppur raccontando una storia di finzione, nasce dall’esperienza personale e dai pentimenti dei due registi. Nonostante vivessero a Damasco, uno dei centri nevralgici della Primavera Araba, scelsero di non prendere parte alle proteste per paura delle possibili conseguenze. Trasferitisi poi a Doha in Qatar, capirono che non potevano più ignorare la situazione e usarono il loro cinema per sensibilizzare l’opinione pubblica. The Translator rappresenta in questo frangente un progetto atipico. È un raro caso di film sulla condizione siriana che non sceglie la strada del dramma o del documentario, preferendo piuttosto il thriller con risultati talvolta contrastanti.